Nkoabang - Febbraio 2011

Si parte, finalmente scopriremo perché prendiamo freddo facendo mercatini, perché chiediamo soldi agli amici, perché ci inventiamo racconti per portare qualcosa a qualcuno che ancora non conosciamo.
Quando arriviamo a Yaounde ci accolgono Padre Emmanuel (nostro referente in loco) e Justin (sarà il nostro factotum ed autista durante il soggiorno).
Con le macchine attraversiamo i paesi ma il buio nasconde molto di quello che vedremo nei prossimi giorni.
Dormiamo in parrocchia e mi sembra di essere tornato bambino quando sono andato 20 giorni in colonia dai frati camboniani.
Il giorno dopo si va a vedere il terreno dove sorgerà il nostro orfanotrofio, la terra spianata ad il luogo hanno una bella vista...sarà sicuramente un bel posto dove crescere. Nel pomeriggio si va a trovare i bambini, Anna ed io siamo un pò emozionati mentre Carla e Catia sono come due bambine che non vedono l'ora di andare in un luogo dove sanno che staranno bene.

Arrivati!!
...bambini, mani, occhi, mani, puzza, polvere, mani... un'overdose di contatto fisico al quale non siamo abituati.
Giornata lunga e dopo aver dato regali, ricevuto sorrisi e strette di mano, ci guardiamo intorno.
Catia e Carla sono a loro agio, Anna ed io un pò meno, guardiamo in giro, pensando: "e adesso?" e intanto sembra non succedere niente...soltanto ancora odori, mani, sorrisi, mani, parole, mani...
Il giorno dopo mercato in città e poi subito orfanotrofio, iniziamo a sentire meno gli odori e di più le emozioni, riconosciamo i volti e vediamo gli occhi che cercano carezze e io penso: " quante carezze serviranno per far sentire meno la mancanza di un papà e di una mamma?"

Giorni che sembrano uguali si susseguono e non ci accorgiamo che stiamo cambiando.
Il sabato Anna ed io decidiamo di andare a vedere l'oceano (non andando quindi dai bambini) e,mentre siamo in spiaggia .ci troviamo a pensare che bello sarebbe stato portare "i nostri figli" qui con noi. Il giorno dopo non vediamo l'ora di tornare all'orfanotrofio, anche se già al mattino vediamo qualche bambino arrivato in parrocchia per la messa.

L'ultimo giorno va tutto bene fino a quando iniziamo a pensare che dobbiamo partire.. scopriamo che un cordone ombelicale si forma in breve tempo quando vivi intensamente e il distacco è straziante.

Il ritorno è pieno di lunghi silenzi, di lacrime non piante...
Da allora si pensa a Marguerite, Marie, Iabi...tutti i giorni, tante volte al giorno e si aspetta il momento in cui potremo tornare a coccolarli e stringerli tra le braccia.

AAA. Drogati d'amore cercano voli a basso costo per tornare e salvarsi.

gallery